Non è stato facile rinunciare alle
manie di grandezza, a quel modo di pretendere tutto e subito,
considerando un diritto acquisito lo stato di grazia da parte della
vita, subendo passivi e passionari. Osservare ospiti di se stessi, la
propria quotidianità andarsene per i fatti suoi senza ben capire
cosa si sta sbagliando.
Per fortuna sono sempre stata
abbastanza folle da considerare i sogni la possibilità più
dignitosa e giusta per svolgere in modo sano la permanenza sulla
terra, e d'altro canto l'unico grave gravissimo e imperdonabile
peccato mortale: lo spreco della vita.
Dunque il salto nel vuoto,
piena di fiducia, respirando a pieni polmoni il movimento
meraviglioso dell'universo, lì dove non esiste tradimento ne
ingiustizia dove tutto è perfetto e chi se ne frega se il mio
piccolo cervello non ne comprende l'immensità. Avendo imparato la
lezione ho cominciato dagli angoli, lavorando meticolosamente su di
me, una bella fatica tanto più che erano tutte parti di me
tralasciate apposta per quanto mi erano odiose, non ho più rimandato
sapevo perfettamente di non potermelo permettere. Quando i tempi sono
stati giusti, quando in pratica ero pronta, l'azienda per cui
lavoravo mi ha messo in cassa integrazione, da quei giorni in poi
tutto quello che è successo farebbe impallidire e vergognare
qualunque sostenitore del caso!
Ovviamente sono stata molto aiutata
dalle donne importanti della mia vita, esseri umani speciali, tu sei
una di queste e Lu è l' altra, ora so che tante poesie su impavidi
guerrieri con armi d'argento, il loro coraggio e le loro gesta,
scritte tanto tempo fa parlavano di voi, o magari anche di noi.
Detto questo direi che la svolta
definitiva verso il Jonathan è arrivata la notte in cui ho deciso
nella pancia nel cuore e nella mente (tutt' insieme) che quello che
volevo veramente dalla vita era riuscire a dare serenità gioia e
pace a tutti e tutto ciò che veniva in contatto con me (vedi che il
mio lato megalomane è sempre lì), rendere possibile almeno in parte una così grande pretesa voleva dire mettere prima me stessa in quella condizione, la domanda fu immediata: cosa voglio fare da grande? la risposta un immagine: il mare.